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CowT 13, Week 1
M1: Un rifugio alla fine del mondo



Erano in alto.
Tanto in alto che quella sarebbe potuta essere la cima del mondo.
Oltre il ciglio di quella balconata naturale, un tappeto di nuvole copriva tutta la vallata sottostante, permettendo a Shouto di scorgere solo le montagne che superavano quella in altitudine.
Lì, di fronte a quell’infinito che sembrava lontanissimo dal mondo in cui era nato e che conosceva, una risata nervosa sfuggì dalle sue labbra.
“Che cosa ti prende?”
Katsuki era alle sue spalle, fermo sull’ingresso della grotta che aveva definito il rifugio della sua infanzia, il giovane viso animato da quel cipiglio che non lo abbandonava mai. Ma Shouto aveva imparato a guardare oltre quel suo atteggiamento scostante e a leggere in quegli occhi scarlatti tutto quello che gli serviva sapere.
“Perché hai voluto mostrarmi questo luogo?”
Shouto sorrideva e Katsuki, che sapeva dare voce alle proprie emozioni sono un eccesso di nervi alla volta, non ci capiva più niente.
“Non volevo solo mostrartelo.” La voce che uscì dalla sua bocca fu tanto gentile che a stento si riconobbe. “Volevo condividerlo con te.”
Non sapeva se avesse senso, non aveva importanza che lo avesse.
Gli bastava che Shouto lo capisse, anche se aveva difficoltà a comprendersi lui stesso.
“Perché?” Domandò il Principe.
Il cielo incendiato dai colori del tramonto, insieme ai ghiacciai delle Montagne Rubino erano la cornice perfetta per l’Erede della Casata dei Todoroki.
Katsuki non si era mai fermato a ponderare quanto incantevole fosse il mondo visto da lassù, ma Shouto riempiva di bellezza ogni cosa.
Se solo se ne fosse reso conto, forse avrebbe accettato i sentimenti che il giovane Drago provava per lui, senza farsi affliggere da inutili paure.
“Perché non riesco a trasformare in parole quello che sento per te.” Fu la risposta di Katsuki. “Per tanto, non mi resta che dimostrarlo.”
Shouto non sorrideva più, ma non impedì a Katsuki di farsi più vicino, di far aderire il palmo caldo al suo viso.
“Posso farti sentire quello che provo per te?”
Quella richiesta fu un sussurro sulle labbra del suo secondo Cavaliere, l’ultimo a cui Katsuki avrebbe dedicato la sua vita. Non ci sarebbe stato nessuno oltre a Shouto.
Sarebbero vissuti insieme o sarebbero caduti l’uno al fianco dell’altro, com’era giusto che fosse.
Come colto da una vertigine improvvisa, Shouto cercò le sue braccia, vi si aggrappò e Katsuki lo strinse a sé. Era saldo, incantato dai quegli occhi dal colore impossibile. Vacillava solo il tempo di tracciare con lo sguardo la linea perfetta di quelle labbra piene, che invitavano ai baci. E, maledizione, l’Erede del Clan Bakugou era certo che sarebbe andato completamente fuori di testa se non le avesse divorate con l’ingordigia che lo contraddistingueva.
Katsuki voleva Shouto.
Lo voleva nel mondo in cui aveva voluto solo un’altra persona, ma non c’era spazio per il pensiero di Izuku nei pochi millimetri che dividevano le loro bocche.
“Me lo permetti, Shouto?”
Katsuki fece scivolare la mano sul retro del suo collo, infilando le dita tra i capelli morbidi come seta.
Shouto chiuse gli occhi e si arrese.
“Sì…” Soffiò contro le labbra del Drago.
Fu l’ultimo respiro prima di quel tanto agognato bacio.

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