Storie diverse
Mar. 9th, 2022 04:42 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
COWT 12. WEEK 4
M3: 300
“E se ti dicessi che ti amo?”
Dazai allontana lo sguardo dal mare e lo porta sul tuo. A dividervi vi è una lapide in pietra con scritto sopra il tuo nome, ma non è la tua. Un uomo con il tuo nome e il tuo viso è morto, ma non sei tu.
È un concetto difficile da comprendere e ancor più da spiegare.
“Lui non ti ha mai detto che ti amava, vero?”
Ma Dazai lo ha avuto chiaro in testa dal primo momento. Ti sorride amaramente e non si avvicina, non può. “Tu non sei lui.”
“Ma lo sono,” ribatti.
“No, tu hai salvato Ryuunosuke, non me,” insiste Dazai, senza cattiveria. “E va bene così, perché meritava di essere salvato da qualcuno.”
“Qualcosa è andato storto,” riprovi. “Perché io so di aver provato del rimpianto quando lui è morto. Continuo a tornare al Lupin, continuo a rivedere quella scena. Continuo a pensare a quella voce che mi diceva: fermalo. Fermalo o te ne pentirai per tutta la vita.”
Dazai annuisce, ti conosce e non è sorpreso. “Tutte le tue emozioni sono nelle parole che scrivi. Nella vita, sei un uomo pratico: sapevi di avere di fronte a te il nemico e hai agito in tal senso. Lui lo sapeva benissimo, non hai nulla di cui incolparti.”
Ti sta perdonando, non riesci ad accettarlo. “Allora perché il suo dolore di allora, lo sento addosso solo adesso?”
“Perché hai conosciuto me,” risponde Dazai. “Perché ti sei dato il tempo di guardarmi negli occhi e vedere oltre l’abisso. Ma io non sono lui e tu non sei Odasaku. Non ci siamo riuniti.”
“Eppure, è così. Siamo le stesse persone con storie diverse.”
“E che cosa decide chi siamo, se non le nostre storie?”
Non sai come rispondere e sai di averlo perso. No, non lo hai mai avuto.
M3: 300
“E se ti dicessi che ti amo?”
Dazai allontana lo sguardo dal mare e lo porta sul tuo. A dividervi vi è una lapide in pietra con scritto sopra il tuo nome, ma non è la tua. Un uomo con il tuo nome e il tuo viso è morto, ma non sei tu.
È un concetto difficile da comprendere e ancor più da spiegare.
“Lui non ti ha mai detto che ti amava, vero?”
Ma Dazai lo ha avuto chiaro in testa dal primo momento. Ti sorride amaramente e non si avvicina, non può. “Tu non sei lui.”
“Ma lo sono,” ribatti.
“No, tu hai salvato Ryuunosuke, non me,” insiste Dazai, senza cattiveria. “E va bene così, perché meritava di essere salvato da qualcuno.”
“Qualcosa è andato storto,” riprovi. “Perché io so di aver provato del rimpianto quando lui è morto. Continuo a tornare al Lupin, continuo a rivedere quella scena. Continuo a pensare a quella voce che mi diceva: fermalo. Fermalo o te ne pentirai per tutta la vita.”
Dazai annuisce, ti conosce e non è sorpreso. “Tutte le tue emozioni sono nelle parole che scrivi. Nella vita, sei un uomo pratico: sapevi di avere di fronte a te il nemico e hai agito in tal senso. Lui lo sapeva benissimo, non hai nulla di cui incolparti.”
Ti sta perdonando, non riesci ad accettarlo. “Allora perché il suo dolore di allora, lo sento addosso solo adesso?”
“Perché hai conosciuto me,” risponde Dazai. “Perché ti sei dato il tempo di guardarmi negli occhi e vedere oltre l’abisso. Ma io non sono lui e tu non sei Odasaku. Non ci siamo riuniti.”
“Eppure, è così. Siamo le stesse persone con storie diverse.”
“E che cosa decide chi siamo, se non le nostre storie?”
Non sai come rispondere e sai di averlo perso. No, non lo hai mai avuto.