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COWT 12. WEEK 4
M3: 200
Te lo hanno affidato, ma non sai assolutamente cosa farne.
A loro non lo hai detto. Non potevi tirarti indietro.
Una missione è una missione, anche se sai già che Black 12 durerà per il resto della tua vita.
Ti guarda. È seduto con le gambe strette al petto, raggomitolato contro il muro. Lo hanno definito in tanti modi durante le riunioni: esperimento, arma, mostro.
Tu lo guardi e vedi solo un essere umano ridotto all’ombra di se stesso. Sai già che il tuo lavoro consisterà nel tirarlo fuori dall’abisso che ha creato intorno a se stesso dal giorno in cui è nato. Non sai nemmeno se nato sia il termine giusto da usare.
“Riesci a capirmi?”
La creatura annuisce.
E allora tu parli, gli spieghi qual è la tua situazione, cosa si aspetta il governo da lui e perché condividerete la vostra vita da quel momento, in avanti.
La creatura ti ascolta distrattamente e dimostra il poco interesse per le tue parole quando t’interrompe. “Come ti chiami?”
È qualcosa d’importante per lui, forse perché nessuno si è disturbato a darne uno a lui.
“Arthur Rimbaud,” rispondi.
E lui avrà il tuo nome: Paul Verlaine. Ma nessuno dei due ancora lo sa.
M3: 200
Te lo hanno affidato, ma non sai assolutamente cosa farne.
A loro non lo hai detto. Non potevi tirarti indietro.
Una missione è una missione, anche se sai già che Black 12 durerà per il resto della tua vita.
Ti guarda. È seduto con le gambe strette al petto, raggomitolato contro il muro. Lo hanno definito in tanti modi durante le riunioni: esperimento, arma, mostro.
Tu lo guardi e vedi solo un essere umano ridotto all’ombra di se stesso. Sai già che il tuo lavoro consisterà nel tirarlo fuori dall’abisso che ha creato intorno a se stesso dal giorno in cui è nato. Non sai nemmeno se nato sia il termine giusto da usare.
“Riesci a capirmi?”
La creatura annuisce.
E allora tu parli, gli spieghi qual è la tua situazione, cosa si aspetta il governo da lui e perché condividerete la vostra vita da quel momento, in avanti.
La creatura ti ascolta distrattamente e dimostra il poco interesse per le tue parole quando t’interrompe. “Come ti chiami?”
È qualcosa d’importante per lui, forse perché nessuno si è disturbato a darne uno a lui.
“Arthur Rimbaud,” rispondi.
E lui avrà il tuo nome: Paul Verlaine. Ma nessuno dei due ancora lo sa.