odetjoy ([personal profile] odetjoy) wrote2023-02-22 02:32 pm

Questione di umorismo

CowT13, Week 1
M2: Tananai



Katsuki era conscio, nonostante fosse circondato da persone che gli volevano bene, di non essere un gran simpaticone. Banalmente, ciò che i più trovavano divertente, per lui era solo fonte di noia o irritazione. Anche in quel momento, seduto nell coffee shop di fronte all’agenzia di Endeavor, non capiva tutta l’ilarità provocata dal giornale scandalistico tra le sue mani. Sollevò lo sguardo in cerca di un segno di comprensione dai suoi commensali, ma non fu felice di scoprire che l’unico a condividere il suo stato d’animo fosse Tenko, schiacciato nell’angolo tra la vetrata e il tavolino da Mirko, che continuava a commentare i dettagli della foto sulla rivista con Burnin’. Entrambe ridevano a crepapelle.
E Katsuki non capiva.
Nel dubbio che gli fosse sfuggito qualcosa, tornò a studiare la copertina ma riuscì a dare voce solo a un pensiero polemico: “i giornalisti non hanno altro di cui parlare?” Domandò, ricevendo subito un’occhiataccia dalle due Heroine. “Noi rischiamo il culo per salvaguardare quello degli altri e la stampa mette in copertina queste stronzate per metterci in ridi-”
“E fattela una risata, Bimbo-Bomba!” Esclamò Mirko, versando del sciroppo d’acero sulle sue frittelle. “Mangia, così smetti di essere acido.”
“Non sono acido!” Ribatté Katsuki, innervosendosi di più a ogni parola. “Ma non si può vivere con questi avvoltoi che fanno scatti a caso e li contestualizzano come cazzo pare a loro!”
“Beh…” Burnin’ si rilassò contro il divanetto. “Lavoro in quest’agenzia da anni, ma tutta quest’attenzione mediatica per il vecchio brontolone non l’ho mai vista!”
“Mi chiedo il perché…” Borbottò Katsuki, sarcastico, leggendo il titolo scritto in rosso e giallo sulla foto scura - sfocata, tra l’altro - piazzata in bella vista: Il Number Two inginocchiato di fronte a un giovane misterioso, seguito da un dov’è Hawks? in caratteri bianchi, più piccoli.
“Io sono quasi sollevata,” ammise Burnin’, ignorando deliberatamente l’occhiata scandalizzata dell’Hero più giovane. “Un tempo, si parlava di lui solo sui quotidiani, roba noiosa… Ci voleva un po’ di brio!”
“Brio?” Katsuki aveva perso il conto delle volte che la sua immagine era comparsa in testa a qualche notizia virale di poco conto - ”gossip,” sentì nella sua testa la voce di Kirishima e Kaminari che lo canzonavano, “si chiamano gossip.” - e questo fantomatico brio non lo aveva mai provato, solo una gran voglia di far esplodere una o due sedi editoriali.
“Avanti, Bimbo-Bomba!” Mirko batté l’indice sopra la rivista. “Se lo sai è divertente!”
A dirla tutta, Katsuki poteva sapere tutta la storia passata e presente di casa Todoroki, ma gli era sempre sfuggita la parte ironica del vociferato flirt tra il Number One e il Number Two. Hawks la prendeva con filosofia. Endeavor un po’ meno. Il Todoroki che si scopava il volatile per davvero - il primo uscito fuori e quello venuto peggio - sfruttava la cosa a mo’ di arma psicologica contro il padre e si divertiva senza metterci la faccia.
La copertina del giornale scandalistico aveva fatto un passo ulteriore in quella faccenda montata sul nulla: non c’erano dubbi sul fatto che l’uomo inginocchiato in mezzo al marciapiedi, come un idiota, fosse Endeavor, ma a Katsuki continuava a sfuggire cosa ci fosse di così divertente quando il ragazzo in cappotto nero che gli stava davanti era clamorosamente Touya.
“Qui si sta scambiando un figlio per un amante,” sibilò il giovane Hero, cercando di non farsi sentire dagli altri clienti del locale.
“Eeeeh!” Esclamò Burnin’.
“Ci sei arrivato!” Si aggiunse Mirko con lo stesso atteggiamento. “Certo,” aggiunse, critica. “Dopo che spieghi una battuta, non fa più ridere, ma-”
“Non è una cazzo di battuta!” Ribatté Katsuki. “E poi non ho capito questa mania di voler appioppare all’energumeno degli amanti poco più di ventenni!”
Dal suo angolino, Tenko emise un: “in effetti…”
Katsuki lo fulminò con lo sguardo.
“Stai zitto tu!”
L’ex villain gli rispose a tono: “ti stavo dando ragione!”
“Non ho bisogno che tu me la dia!”
“Buoni,” intervenne Mirko, facendo pat-pat sulla testa di Tenko con la mano protesica. Lui provò a scansare il gesto spostando la testa, ma la posizione sacrificata in cui era stato costretto non gli consentì di andare abbastanza lontano.
Ecco, quello era un genere di spettacolo che a Katsuki faceva molto ridere.
“Quanto sei bravo a fare il cane, stronzo,” infierì.
“Mai quanto te, Dynamight.”
Il giovane Hero fu a tanto così da tirargli addosso il tavolo con sopra la colazione di tutti e la dannata rivista, ma l’arrivo di Hawks lo fermò.
“Buongiorno,” disse, col tono di chi non pensava davvero lo fosse, poggiando sul tavolo una tazza di caffè nero che fece inarcare le sopracciglia persino a Katsuki.
Ooooh...” Mirko simulò un’espressione dolente. “Brusco risveglio,” dedusse.
Hawks simulò alla perfezione un sorriso amichevole, che non nascondeva così bene la sua voglia di mandare tutti al diavolo e volare il più lontano possibile dalle sue responsabilità.
“No, è facile rifiutare i bruschi risvegli,” disse, mostrando a tutti il display del cellulare, su cui risultavano ben ventisette notifiche di chiamata senza risposta. “Basta ignorare i problemi.”
Mirko incrociò le braccia sul tavolo e si sporse in avanti.
“Quindi pensi di fuggire in Messico per le prossime due settimane?”
“Fermi!” Ringhiò Katsuki. “Lui non trova questa stronzata divertente, ma non si deve sorbire le vostre critiche canzonatorie?” Domandò, sventolando la rivista con rabbia.
“Lui si prenderà le ondate d’isteria da entrambe le parti,” chiarì Burnin’, concedendo al Number Two un’occhiata comprensiva. “Non ha davvero motivo di ridere.”
“Qui è Endeavor che proprio non riesce a prenderla a ridere,” disse Hawks, facendo segno all’Hero più giovane di passargli la rivista.
“Sentito, Bimbo-Bomba? Touya è più simpatico di te,” disse Mirko, poi si rivolse all’ex villain. “E anche di te.”
Tenko fece una scrollata di spalle.
“Convivici in galera per mesi e poi ne riparliamo,” ribatté.
Hawks ignorò il battibecco per studiare con attenzione il disastro mediatico in formato cartaceo tra le sue mani.
“Oddio…” Sospirò, già stanco a inizio giornata.
“Dammi un’anteprima di quello che troverò al lavoro,” lo punzecchiò Burnin’. “Qual è il motivo per cui il Capo sta dando di matto, il fatto che abbiano scambiato Touya per il suo amante o il SexyShop davanti a cui hanno fatto la scena?”
“Le ventisette chiamate senza risposta sono lì perché non voglio saperlo,” rispose Hawks, senza smettere di sorridere in quel modo finto.
Katsuki alzò gli occhi al cielo: tempo di finire quella tazza di caffé nero e il volatile sarebbe corso - o meglio, volato - in coccorso del suo Todoroki preferito - l’energumeno. Touya era quello con cui Hawks andava a letto, ma ancora insistevano sul dichiararsi antipatia reciproca in pubblico, col risultato che Endeavor era il solo a crederci.
“Hawks, puoi anche girarlo al contrario, il SexyShop sullo sfondo è sempre bello visibile!” Esclamò Mirko, provocando un attacco d’ilarità a se stessa e a Burnin’.
Era la seconda parola che la parola SexyShop veniva pronunciata, ma Katsuki la sentì chiaramente solo in quel momento.
“Che c’entra il SexyShop?” Domandò.
Le due Heroine lo fissarono, esasperate.
“Ha spiegato la battuta senza capirla realmente,” disse Mirko. “Hawks, dai qua!” Strappò la rivista di mano all’Hero alato per obbligare il più giovane ad analizzarla una seconda volta, con rinnovata attenzione.
Katsuki si ritrovò a fissare la faccia stupidamente disperata di Endeavor, mentre se ne stava con un ginocchio a terra, implorante. Perché nessuno si stava chiedendo che cazzo avesse fatto Touya per costringerlo in una simile posizione?
Fece per esprimere tale perplessità ad alta voce, quando Mirko cominciò a battere l’indice su un dettaglio sulla parte alta della foto: l’insegna al neon viola di un SexyShop, insieme al titolo fuorviante della rivista, facevano da cornice alla foto di padre e figlio in un modo che fece venire a Katsuki dei brividi tutt’altro che piacevoli.
Allontanò il giornalaccio con un gesto secco e le altre due risero.
“Ora ha capito,” disse Mirko.
“Sì, ma è comunque troppo per i suoi occhi innocenti,” aggiunse Burnin’.
Risero di nuovo, mentre Katsuki sibilava loro di stare zitte.
Solo l’arrivo di Izuku e Shouto - di ritorno dal turno di notte - riuscì a convincerle ad avere un minimo di ritegno.
“Scusate il ritardo,” disse il primo, con l’educazione che lo contraddistingueva. “Ci hanno trattenuti in ufficio.”
Ufficio. Quello di Endeavor.
Mentre Izuku si sedeva accanto a Burnin’, Katsuki - e il resto del tavolo con lui - lanciò un’occhiata inquisitrice a Shouto, che si lasciò cadere - emettendo un sonoro thud nel processo - alla destra di Hawks. Era sfinito, il viso contratto in un broncio che lui e Izuku conoscevano dall’inizio del liceo e che era sempre segnale di sciagura - spesso familiare.
Le due stronze - Katsuki non sapeva davvero in che altro modo definirle - furono pietose per il tempo di un respiro, ma la mano comprensiva del Number Two raggiunse la spalla del giovane Todoroki prima che potessero aprire bocca e accoglierlo con altre stronzate.
Hawks prese un respiro profondo: “in una scala da uno a dieci, quanto-?”
Troppo,” lo interruppe Shouto, secco.
Katsuki sentì tanto caldo e, subito dopo, tanto freddo e l’esperienza gli suggerì che non poteva trattarsi di semplice soggezione.
Hawks si massaggiò la fronte e il giovane Bakugou poté giurare di sentire la voce dei suoi pensieri che contava fino a dieci.
“Puoi anticiparmi la dinamica degli eventi?” Domandò. Lo sforzo che stava facendo per mostrarsi sorridente e positivo sarebbe stato palese anche all’ultimo dei ciechi.
“Ho messo insieme i pezzi tra un urlo e l’altro,” cominciò a raccontare Shouto, gli occhi eterocromatici fissi in un punto nel vuoto. “Credo…”
Le labbra di Hawks disegnarono di colpo una linea retta.
“Urlava anche Touya?” Domandò, atterrito.
“Non all’inizio,” chiarì Shouto. “All’inizio rideva, prendeva in giro papà, poi penso si sia stufato…”
“Bene,” concluse Hawks, con l’atteggiamento di resa di un condannato a morte. “A tratti benissimo.”
“Hawks, a te faremo il funerale dopo,” disse Mirko, togliendo la rivista a Katsuki per farla scivolare sotto gli occhi di Shouto. “Hai idea del perché fossero lì?” Domandò, malefica, indicando l’insegna viola del SexyShop.
Il viso del giovane Todoroki si animò di nuova vita e guardò la foto come se non l’avesse mai vista prima, anche se Katsuki aveva il sospetto che gran parte delle copie stampate ora fossero nell’ufficio dell’energumeno, per essere sottratte all’occhio pubblico. Come se servisse a qualcosa nell’era del web.
“Non erano ,” disse Shouto. “Erano di passaggio lì davanti, ma non credo siano andati in un SexyShop.”
Katsuki guardò Hawks.
Hawks guardò Katsuki.
Poi entrambi fissarono le due dal lato opposto del tavolo.
“È un negozio come un altro!” Si difese Mirko, come se fosse l’inizio di un discorso contro i perbenisti e il bigottismo.
“Touya ed Endeavor,” disse il Number Two ad alta voce, come se l’idea taciuta non fosse abbastanza orribile così. “In un SexyShop.”
Burnin’ alzò le spalle.
“Magari voleva regalargli una scatola di preservativi formato scorta,” propose. “I SexyShop sono gli unici negozi che fanno quel genere di offerte ed è conveniente, lo consiglio!”
Su Endeavor che regalava dei preservativi a Touya, Hawks abbandonò tutte le armi, incrociò le braccia sul tavolo e vi nascose il viso, come se stesse per mettersi a piangere.
A peggiorare le cose fu Shouto.
“No, non credo. Papà è convinto che siamo tutti illibati,” disse, ingenuamente.
Katsuki ne era certo, se Hawks avesse potuto, sarebbe scivolato sotto il tavolo e sarebbe morto lì. E lui lo avrebbe seguito.
Tanto più quando le due sceme guardarono Shouto con perplessità e sospetto.
“Perché ha parlato al plurale?” Domandò Mirko a Tenko.
Quest’ultimo alzò le mani, come a dire che non aveva nulla da nascondere.
“Io non so niente!” Esclamò, manco lo avessero accusato di un crimine - l’ennesimo - orribile. “Non chiedermi niente!”
Tipico atteggiamento di chi, palesemente, sapeva, eccome se sapeva.
Izuku, che aveva ben pensato di togliersi dall’impaccio per tutta la conversazione fissando qualsiasi cosa che non fosse il viso dei presenti, scelse proprio quel momento per iniziare a panicare.
“O-Ordiniamo che ne pensate?!” Domandò, con una voce di almeno tre ottave più alta del normale.
Katsuki decise di riportare l’ordine spostando l’attenzione di tutti sull’argomento principale di quel teatrino.
“Ma perché Endeavor era in ginocchio?” Domandò, senza gentilezza, come se l’atto l’offendesse in prima persona.
Anche Hawks sollevò il viso, animato dalla stessa curiosità.
“Penso che papà abbia proposto a mio fratello qualcosa, forse prendere un caffè insieme e fare due parole,” rispose Shouto. “Con certezza so solo che Touya gli ha risposto: prova a chiedermelo in ginocchio. E papà si è inginocchiato.”
Fu il turno di Katsuki di avere una crisi di panico.
Premette forte le labbra e cominciò ad affettare le sue frittelle - ormai fredde. Tutto pur di cacciare indietro l’attacco d’ilarità che lo aveva colpito tra capo e collo non appena Shouto aveva finito di parlare. Non sapeva se era la storia in sé o il fatto che potesse vedere la scena davanti ai suoi occhi come un film, ma improvvisamente tutta la storia della foto davanti al SexyShop lo faceva ridere, ma non voleva dare alle due cretine la soddisfazione di scendere al loro livello.
S’infilò un pezzo di frittella in bocca come se dovesse cacciarselo direttamente in gola, e prese a masticare con rabbia. Un po’ alla volta, sentì la tensione delle risa non sfogate passare e s’illuse di essere al sicuro. Prese il bicchiere col succo di frutta alla pesca davanti al suo bicchiere, certo che dopo aver bevuto avrebbe di nuovo avuto il pieno controllo di sé.
Tragicamente, il suo sguardo incrociò quello di Tenko, concentrato quanto lui a non scoppiare a ridere per la ridicola storiella del Todoroki padre col Todoroki figlio.
Capitolarono tutti e due, il giovane Hero più rovinosamente dell’ex villain.
Katsuki un po’ sputò, prendendo Tenko in faccia, un po’ si strozzò col poco succo di frutta che aveva ingoiato. Mentre era certo di morire, qualcuno - forse Hawks - cominciò a prenderlo a pacche sulla schiena.
Mirko, intanto, commentava vittoriosa: “almeno ha riso.”