Sotto il segno dei pesci
CowT#9, Settimana 7: M12 "Pesci"
La manina stretta tra le sue dita era calda, piccolissima.
Era meravigliato dalla perfezione di quei dettagli minuscoli, da come tutto fosse finito al posto giusto senza fare niente. Aveva solo potuto aspettarlo con il cuore pieno di aspettativa e terrore.
E alla fine era arrivato, più bello dei tramonti che tanto gli piaceva guardare. I suoi capelli erano dello stesso colore della luce delle stelle ed erano morbidi sotto la carezza delle sue labbra. Sapeva che sarebbero stati bellissimi, così come i suoi occhi. Era nato sotto il segno dei pesci e tutti i nati sotto quella stella erano destinati a essere belli, glielo diceva sua nonna.
Non poteva essere altrimenti: era figlio dei suoi genitori.
Qualcuno comparve al suo fianco. Non poteva vederlo ma gli sorrise.
Fece scivolare una mano sotto la testa del suo bambino e una sotto la sua schiena. Lo sollevò stando attento a non svegliarlo: non voleva che soffrisse la sua distanza, anche se per poco.
Non appena si ritrovò stretto da braccia estranee, il piccino scoppiò a piangere.
Sorrise. “Va bene, torna qui da me,” disse, con voce piena di commozione. “Torna qui da me.”
Suo figlio smise di piangere non appena lo strinse contro il cuore.
La manina stretta tra le sue dita era calda, piccolissima.
Era meravigliato dalla perfezione di quei dettagli minuscoli, da come tutto fosse finito al posto giusto senza fare niente. Aveva solo potuto aspettarlo con il cuore pieno di aspettativa e terrore.
E alla fine era arrivato, più bello dei tramonti che tanto gli piaceva guardare. I suoi capelli erano dello stesso colore della luce delle stelle ed erano morbidi sotto la carezza delle sue labbra. Sapeva che sarebbero stati bellissimi, così come i suoi occhi. Era nato sotto il segno dei pesci e tutti i nati sotto quella stella erano destinati a essere belli, glielo diceva sua nonna.
Non poteva essere altrimenti: era figlio dei suoi genitori.
Qualcuno comparve al suo fianco. Non poteva vederlo ma gli sorrise.
Fece scivolare una mano sotto la testa del suo bambino e una sotto la sua schiena. Lo sollevò stando attento a non svegliarlo: non voleva che soffrisse la sua distanza, anche se per poco.
Non appena si ritrovò stretto da braccia estranee, il piccino scoppiò a piangere.
Sorrise. “Va bene, torna qui da me,” disse, con voce piena di commozione. “Torna qui da me.”
Suo figlio smise di piangere non appena lo strinse contro il cuore.